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Fu uomo di lettere, poeta e prosatore.
Il 25 giugno 1589, pochi anni dopo la fondazione, fu nominato Accademico della Crusca ove svolse un´intensa attività fino alla morte avvenuta nel 1600.
Fu censore nel 1591/1592, 1594/1595, e 1599/1660, castaldo nel 1593 e consigliere nel 1593/1594 e 1595/1596.
Sempre nell´ambito dell´Accademia il Sanleolini si occupò dell´edizione della Divina Commedia del 1595, di cui curò la revisione del Paradiso e prese parte come Deputato
dall´aprile 1597 ai lavori del famoso Vocabolario al quale nel 1591 e 1592 si era già dedicato, preparando le voci della lettera A, da "alla distesa" ad "ammannare".
I Deputati per il Vocabolario, costituivano una commissione di quattro accademici - Carlo Macinghi, Francesco Marinozzi, Piero Segni e Francesco Sanleolini, nominati appunto nel 1597 per affrettare e facilitare il lavoro di redazione del Vocabolario stesso.
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"Pala" di Francesco Sanleolini
Accademico della Crusca dal 25 giugno 1589 al 1600
Avvampato "Di fuor si legge com´io dentro avvampi"
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Frontespizio dell´edizione del
Vocabolario della Crusca del 1763
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Si conservano molte opere del Sanleolini, vari manoscritti, annotazioni sopra Dante e un´orazione recitata in quell´Accademia "Delle lodi di Piero degli Angioli di Barga", stampata in Firenze presso Giorgio Marescotti nel 1597 e ripubblicata in Firenze da Carlo Dani fra le "Prose fiorentine" nel 1661. Questa orazione fu presentata dall´autore alla Granduchessa Cristina di Lorena.
Il suo nome accademico fu dapprima l´Abbruciato, poi l´Avvampato.
Nell´Archivio Storico dell´Accademia numerosi riferimenti a Francesco Sanleolini sono contenuti nei primi due volumi dei diari accademici del 1588-1613 e 1640-1663. Il primo volume in particolare contiene, tra quelle degli altri accademici, parti manoscritte del Sanleolini.
La sua figura e le sue sue opere sono ricordate con parole di elogio oltre che da Carlo Dani, letterato fiorentino, anche da Giovanni Cinelli, medico e letterato fiorentino, nella sua Scanzia quinta della sua Biblioteca Volante.
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